Emilia Romagna, niente Papeete ma c’è il tuffo in mare dei fondatori del movimento delle Sardine. Santori: “La parte più difficile inizia da lunedì 27”.
Il gran finale delle Sardine al Papeete si è trasformato in una sorta di rimpatriata decisamente poco simbolica ma non per questo non significativa. Dopo il faccia a faccia, o meglio il piazza a piazza con Salvini a Bibbiano, il movimento sognava una chiusura in grande stile nel bagno della crisi, nello stabilimento che per molti è il regno del leader della Lega, il Palazzo del potere anomalo, fatto di sdraio e ombrelloni. Poi è arrivato lo stop delle autorità che ha costretto gli organizzatori a cambiare i piani.
Sardine al Papeete, solo un bagno in mare da parte dei fondatori
Il flash mob al Papeete non passa, non supera l’esame delle autorità e si trasforma in una mangiata, un pranzo tra Sardine dopo che i quattro fondatori del Movimento hanno comunque deciso di sfidare le acque gelide di Milano Marittima per un tuffo simbolico.
L’ultima tappa della fase due delle Sardine
Gli attivisti, che sognavano un finale decisamente diverso, si sono dovuti accontentare delle fettuccine. La Questura infatti non ha dato il via libera al flash mob al Papeete, quindi le Sardine hanno ripiegato sul pratico. In fin dei conti ormai il dato è tratto. La sfida in Emilia Romagna è conclusa. Resta solo da capire come. Lo sapremo dopo una giornata trascorsa con gli occhi puntati su sondaggi ed exit poll.
Santori, “La sfida più difficile per noi inizia da lunedì 27”
Mattia Santori chiude ufficialmente la fase due del movimento delle Sardine: “Al Papeete finisce la fase due, la sfida più difficile per noi comincia lunedì 27. Noi un partito? Puntiamo al mondo. Diventeremo un partito planetario“.